STORIE DA CONOSCERE E RACCONTARE L’AQUILONE DI NOAH di R. Sameròn

Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di letteratura giovanile per ragazzi)

Ispirato a fatti realmente avvenuti L’AQUILONE DI NOAH di Rafael Sameròn ( Uovonero, trad. Daria Podestà, pp.224, € 15,00) si svolge a Cracovia nel 1939 quando i tedeschi avevano appena invaso la Polonia occupandola in meno di una settimana. Gli ebrei erano circa un quarto della popolazione della città. I polacchi applaudirono mentre “l’esercito tedesco, ben armato, ordinato e splendente, sfilava per le vie principali della città.”

E’ un romanzo da leggere perché scandisce temporalmente quello che avvenne, offrendo un quadro realistico quanto drammatico di uno dei periodi più oscuri della storia dell’umanità. Racconta la vita quotidiana di un bambino dai grandi occhi scuri, autistico, che vive in un mondo tutto suo, non risponde, né sembra ascoltare. Soltanto gli aquiloni gli interessano e riuscire a farli volteggiare nel vento è la sua principale occupazione. Terzo figlio di un modesto orologiaio ebreo è nato senza piangere e ha continuato a restare in silenzio anno dopo anno anche quando la madre per farlo reagire non lo attaccava neppure al seno. Nessuno nella sua famiglia si occupa di lui, la madre lo considera un castigo di Dio, la sorella non lo degna di uno sguardo, il padre non conta nulla, è un uomo silenzioso e sbiadito, anche lui sembra vivere in una dimensione separata dagli altri alle prese con i suoi orologi. L’unico che si occupa del piccolo Noah è il fratello maggiore, il forte e generoso Joel, “l’orso grande e buono, il gigante amico…”, energico, pieno di vita, bello. E’ proprio Joel che si accorge prima degli altri che la realtà intorno a loro diventa di giorno in giorno sempre più complicata e difficile; non solo ai nazisti non piacciono gli ebrei, ma anche a molti polacchi. In breve tempo viene proibito loro tutto, persino camminare lungo il marciapiede, sedersi sulle panchine, figurarsi poi giocare con gli aquiloni. Vengono rappresentati nei manifesti con nasi adunchi e sguardo malvagio, ma pur tuttavia inizialmente pensano che i tedeschi siano “gente civili”, che il loro odio verso gli ebrei sia “pura propaganda politica”. “Sono il paese di Goethe, di Schiller e Beethoven. D’ora in poi le cose andranno molto meglio con loro”. Questo dice alla sorella lo zio di Noah. Pura illusione, un’immane tragedia sta per abbattersi sulla città. Il bambino non percepisce la gravità della situazione. Cerca solo di far volare i suoi aquiloni con l’aiuto del fratello. Nel marzo 1941 il comando tedesco stabilisce con un editto che gli ebrei devono abbandonare le loro case e risiedere nel ghetto. Quattro famiglie per ogni appartamento di pochi metri quadrati. Non si possono discutere questi ordini. “Nel ghetto la vita si fa strada fra tanta morte e la musica, il divertimento e la cultura sono dei beni così preziosi e un alimento così saziante che non possono essere eliminati. Anche se nel coro ci sono tre ragazzi in meno dell’ultima volta che si sono incontrati per le prove.” Lo sterminio, in silenzio, quasi di nascosto, ha avuto inizio.

Qualcuno si salverà, ma certo l’Europa diventerà in quel momento un luogo di terrore e di orrore e perciò non basta ricordare il giorno della memoria, il 27 gennaio di ogni anno, occorre sottolineare costantemente come l’impossibilità si possa tramutare in breve tempo nella possibilità della più ingiusta, feroce persecuzione di tutti i tempi.

Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di letteratura giovanile per ragazzi)

Il romanzo di Davide Morosinotto, L’ULTIMO CACCIATORE (Mondadori, pp.312, € 17,00), ci fa tornare indietro di circa diecimila anni fa, in un territorio equivalente all’attuale Florida negli Stati Uniti d’America. Attraverso la vicenda di Roqi e dei suoi amici porta alla ribalta qualcosa di più di una saga familiare, un problema antico quanto l’uomo, quello della sua identità, della sua essenza più segreta. Il problema del retaggio culturale che caratterizza una comunità come il singolo individuo facendone ad ogni momento della propria storia e della propria vita quell’essere unico e irripetibile che è.

E’ questo il caso del protagonista un adolescente insicuro ancora delle proprio capacità e alla ricerca del suo posto sulla terra. Tutti i suoi coetanei hanno scoperto il proprio talento; il vecchio stregone della tribù aveva parlato agli spiriti e compiuto il rito di iniziazione prima che una tempesta di fuoco investisse il villaggio distruggendo tutto insieme ai suoi abitanti. Sono rimasti in vita cinque ragazzi, della stessa età fuorché Hona, la sorella più piccola di Ama, la bellissima figlia del capo che possiede il talento delle Storie. Roqi non ha ancora capito quale talento abbia lui, perché tutti possiedono un talento. “Eppure qualcosa di speciale, rifletteva fra sé, dovevo pure averla. Per forza: ce l’hanno tutti. Solo non riuscivo a immaginare quale fosse.” Per questo è costretto suo malgrado a camminare in fondo con i più piccoli nel viaggio che intraprendono per sopravvivere cercando un’ altra tribù che sia disposta ad accoglierli.

«L’ultimo cacciatore è ispirato dal saggio “Il crepuscolo dei mammut” del paleontologo Paul Martin che descrive come si sono estinti gli animali straordinari e giganteschi (la Megafauna) del Pleistocene.

Nel romanzo di Morosinotto i protagonisti ominidi che hanno già scoperto il fuoco e il suo uso, si nutrono di erbe ma anche di animali, costruiscono armi con le pietre. Sentono la presenza di demoni implacabili nel loro odio verso gli uomini e la natura. La foresta è dominante con le sue piante e i suoi enormi animali che godono e soffrono come gli esseri umani. Di forte impatto descrittivo è l’incontro dei ragazzi con un grosso ciucciafoglie (“eremotherium”).

“Era davvero un grosso ciucciafoglie, alto due volte e mezzo un uomo…”, racconta Roqi. “La creatura aveva il pelo lungo e grigio, gli occhi e le orecchie piccolini, e un bel nasone nero, umido, che spuntava come un fungo al centro del muso.” Veniva considerato il Signore del Bosco. Il ragazzo, provocato dagli altri che lo accusano di avere paura, lancia sia pure con disappunto una pietra e lo uccide, un tiro perfetto, senza volere ha scoperto il suo talento: il Talento di Uccidere, e con esso la consapevolezza di foggiare da solo il proprio destino.

Comincia così un’ avvincente avventura scandita dalle osservazioni e dai racconti di Roqi. E’ un’avventura piena di simboli e di personaggi archetipi, ma anche di elementi reali che fanno luce sul modo di vivere e sulle abitudini delle tribù che si spostavano affrontando rischi di ogni genere su territori sconosciuti. Andando avanti nella lettura si comprende quanto questi uomini primitivi fossero esperti nell’arte della sopravvivenza anche se, in realtà, di un’epoca così remota conosciamo poco e tanto meno le loro credenze sulla vita e sulla morte.

Un fatto è certo: gli animali e le piante di cui si parla sono davvero esistiti e c’è da chiedersi il motivo della loro estinzione. Precisa Davide Morosinotto: “C’è chi dice che fu colpa del clima. O degli esseri umani. O di un insieme delle due cose.” Si può presupporre che Roqi e le sue Mille Tribù infatti non fossero “un popolo di sanguinari poco rispettosi della natura. Tutto il contrario. Solo che all’improvviso diventarono un po’ troppo bravi nella caccia.” Per avere il senso della natura bisogna conoscerla e temerla. Questi ominidi riuscivano a capire il linguaggio degli animali feroci, ad ascoltare il lamento degli alberi dilaniati dagli artigli dell’uccello del terrore (“furusracide” ) posseduto da una forza che voleva la sua fine. Forse oggi malgrado i progressi scientifici ci siamo allontanati troppo dal mondo naturale così ricco di possibilità. Solo osservando e comprendendo potremmo essere in grado di apprezzarlo e riconoscerne il valore. Allora sarebbe impossibile desiderare di distruggerlo.

Recensione a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di letteratura giovanile per ragazzi)

Avventura, mistero, terrore: una realtà che colpisce come un pugno. UNA PICCOLA COSA SENZA IMPORTANZA. CRONACHE LUNARI DI UN RAGAZZO BIZZARRO di Catherine Fradier, scrittrice francese di romanzi gialli (Uovonero, trad. Ilaria Piperno, pp. 165, € 15,00), è un libro importante e di grande attualità che forse fa capire più limpidamente di qualsiasi resoconto politico la condizione terribile dei Paesi africani, in questo caso il Congo.

Bisogna riconoscere che utilizzare il font ad alta leggibilità TestMe rende la lettura più scorrevole anche per chi non è dislessico, ma a parte questa precisazione, ha un ritmo così rapido, preciso e avvincente che può interessare anche gli adulti.
Questo l’inizio: “Mi chiamo Sacha Sourieau. Potevo chiamarmi Sacha Souriceau, Sacha il Topolino, ma la C si è nascosta in un nascondiglio. Mi piacciono i nascondigli, ne ho uno che porto sempre con me, una tenda bianca e blu di marca Quechua. E’ un luogo dove battere in ritirata quando la tempesta imperversa nella mia mente.”
Il protagonista di questo libro è un ragazzo di “tredici anni 9 mesi e 6 giorni…” , molto dotato in matematica, ma affetto da autismo e poiché ha rischiato la vita a scuola a causa di un gruppo di bulli violenti quanto stupidi, la madre lo porta con sé nei suoi viaggi in giro per l’Africa poiché lavora come medico per una ONG. Viaggia parecchio scrivendo le sue cronache su una moleskine formato tascabile con l’idea di mettere in fila tutti i suoi resoconti in un racconto autobiografico che chissà quando mai sarà pubblicato. L’ONG si chiama “Il Rifugio” , che significa “Luogo nel quale l’animale selvatico si mette al sicuro quando viene inseguito”. In questo caso indica qualcosa di diverso. In alcune zone del mondo sono i bambini e i ragazzi ad essere maltrattati oltre ogni limite immaginabile per non parlare delle bambine e delle ragazze.
Lo scenario dinanzi al quale Sacha si trova davanti è allarmante, al di sotto della più sbrigliata immaginazione. Dinanzi a una rigogliosa vegetazione di piante e viticci, in un territorio immenso che possiede quantità indescrivibili di tesori minerari nel sottosuolo, vive e brancola una popolazione tra le più povere e martoriate del mondo. I miliziani hanno trasformato la maggior parte del Congo in una zona di guerra combattuta anche da bambini e bambine sequestrati nei villaggi, la deforestazione per produrre carbone è un dato di fatto, la fauna selvatica è sottoposta alla minaccia continua e inarrestabile dei bracconieri. E cosa fanno le aziende cinesi e occidentali? Corrompono le forze dell’ordine locali, acquistano per pochi dollari quello che viene estratto dalle innumerevoli miniere e intascano profitti. E’ il regno dei “cattivi” senza scrupoli che possono letteralmente fare quello che vogliono. Sacha è scioccato dinanzi a una realtà così diversa dal suo paese di provenienza. Ma non sa ancora cosa l’aspetta.

Dall’anno scolastico 2015-2016 l’Alternanza Scuola-Lavoro è stata resa obbligatoria nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, per 400 ore negli istituti tecnici e professionali e per 200 ore nei licei. La progettazione dei percorsi ha assunto un’articolazione triennale per meglio contribuire a sviluppare le competenze richieste dal profilo educativo, culturale e professionale dei corsi di studi. Il presente Rapporto di ricerca illustra i risultati e un primo bilancio di attuazione di questa riforma, focalizzandosi sui punti di forza e di debolezza, sulle buone pratiche come sulle criticità emerse nei primi anni di applicazione della Legge 107 del 2015, cosiddetta “Buona scuola”. Così come riformato il sistema dell’Alternanza rappresenta un unicum in Europa: in nessun paese europeo è prevista l’obbligatorietà didattica e curriculare dell’apprendimento in contesti lavorativi per tutti i tipi e gli indirizzi di scuola superiore, compresi i licei (§ Allegato “Modelli ed esperienze in Europa”).

Le nuove complessità nella progettazione e organizzazione dei percorsi di Alternanza hanno stimolato interessanti iniziative di rete e cooperazione tra scuole e diversi soggetti del territorio che hanno tentato di sfruttare le economie di scala che si intravedono quando più istituti cooperano nei rapporti con le realtà lavorative

La programmazione di lungo termine tra istituti scolastici, imprese, associazioni di categoria, Uffici scolastici regionali e provinciali, nella prospettiva di una rete plurima di soggetti e la strutturazione di modelli di governance condivisi con più figure e ruoli sembra rappresentare una delle strategie più efficaci per garantire percorsi di Alternanza sostenibili, coerenti e di qualità. Al contempo l’alleanza formativa tra scuola, impresa e istituzioni del territorio è stata realizzata con molteplici modalità operative e forme giuridiche che implicano esiti differenti in termini di responsabilità dei partner.

La notevole eterogeneità dei modelli e delle esperienze di attuazione, con la coesistenza tra pratiche generative di arricchimento per le scuole, i docenti, gli studenti e perfino le imprese e al contempo persino le pratiche riduttive e banalizzanti costituiscono un primo segno della diffusione di una sperimentazione capillare dal basso, che ha generato una vasta mole di esperienze e di percorsi.

Per scaricare il volume premi QUI e accedi all’intera collana dei volumi Scuola Democratica in Open Access

L’Associazione “Per Scuola Democratica” pubblica una collana di volumi digitali, in open access, scaricabili gratuitamente per arricchire la ricerca e il dibattito nei campi relativi agli sviluppi di scuola, università, formazione, lavoro. La collana ha l’intento di fornire a docenti, ricercatori, amministratori, insegnanti e professionisti stimoli per l’analisi e l’approfondimento di un ampio spettro di tematiche in relazione al continuo evolvere della ricerca scientifica interdisciplinare sulle aree dell’education e del learning.

 

I VOLUMI PUBBLICATI

Immagine 2021-11-17 155132

 

 

 

 

 

 

 

 

Data pubblicazione : settembre 2021

Autori : Orazio Giancola e Luca Salmieri

Titolo : Alternanza Scuola-Lavoro

Tipo file : PDF free download  (per scaricare gratuitamente il volume premi QUI)

Dall’anno scolastico 2015-2016 l’Alternanza Scuola-Lavoro è stata resa obbligatoria nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, per 400 ore negli istituti tecnici e professionali e per 200 ore nei licei. La progettazione dei percorsi ha assunto un’articolazione triennale per meglio contribuire a sviluppare le competenze richieste dal profilo educativo, culturale e professionale dei corsi di studi. Il presente Rapporto di ricerca illustra i risultati e un primo bilancio di attuazione di questa riforma, focalizzandosi sui punti di forza e di debolezza, sulle buone pratiche come sulle criticità emerse nei primi anni di applicazione della Legge 107 del 2015, cosiddetta “Buona scuola”. Così come riformato il sistema dell’Alternanza rappresenta un unicum in Europa: in nessun paese europeo è prevista l’obbligatorietà didattica e curriculare dell’apprendimento in contesti lavorativi per tutti i tipi e gli indirizzi di scuola superiore, compresi i licei (§ Allegato “Modelli ed esperienze in Europa”).

 

Schermata 11-2459184 alle 11.02.08

Data pubblicazione : novembre 2020

Autori : Maddalena Colombo e Luca Salmieri

Titolo : The Education of gender. The Gender of Education

Tipo file : PDF free download  (per scaricare gratuitamente il volume premi QUI)

In questo volume si analizza il rapporto tra genere e educazione rispetto al contesto italiano. Lo scopo è creare uno spazio per un’area progressivamente varia e densa di ricerca interdisciplinare su genere e istruzione. Poiché i nuovi campi degli studi di genere sono divenuti fondamentali in sociologia, pedagogia, antropologia, i diversi contributi presenti nel volume indagano in modo dinamico e intersezionale i principali dibattiti emergenti nel panorama italiano dell’education, facendo leva su dati empirici e illuminando una serie di questioni cruciali: l’influenza che la socializzazione familiare e l’educazione prescolare hanno sia sulla formazione delle identità di genere che sullo sviluppo dei percorsi educativi; l’egemonia femminile nella demografia del corpo docente e le ripercussioni di questo predominio numerico per colleghi e studenti in termini di schemi e metodologie di insegnamento; la riproduzione delle scelte tradizionali di ragazze e ragazzi nei campi di studio delle scienze, delle tecnologie, dell’ingegneria e della matematica; gli ostacoli che si frappongono ad una visione neutrale rispetto al genere nelle scelte di carriera universitaria; l’influenza del livello di istruzione dei genitori, in particolare quello delle madri, sui risultati scolastici di studenti e studentesse; la crescente importanza dell’apprendimento delle competenze informatiche e digitali per l’occupabilità, soprattutto per le donne; l’efficacia degli esperimenti di codifica, robotica e apprendimento computazionale nell’ambito di programmi innovativi per gli alunni; i divari di genere nell’alfabetizzazione finanziaria e le differenze di genere nelle competenze finanziarie più complesse; la costruzione sociale delle categorie di genere nelle valutazioni standardizzate delle competenze degli adolescenti. Nell’adottare un approccio critico al genere e all’istruzione come complesso intreccio di queste questioni cruciali, i contributi del volume riconoscono e promuovono l’importanza di sondare il nesso genere-educazione oltre i tradizionali confini dei domini disciplinari.

____________________________________________________________________________________________

 

Schermata 11-2459184 alle 11.16.31

Data pubblicazione : Giugno 2019

Autori: AA.VV.

Titolo : Proceedings of the 1st International Conference of the Journal Scuola Democratica. Volume I POLITICS, CITIZENSHIP, DIVERSITY, INCLUSION

Tipo file : PDF free download  (per scaricare gratuitamente il volume premi QUI)

This volume contains papers presented in the First International Conference of the Journal “Scuola Democratica” which took place at the University of Cagliari on 5-8 June 2019. The aim of the Conference was to bring together researchers, decision makers and educators from all around the world to investigate the concepts of “education” in a “post-democracy” era, the latter being a set of conditions under which scholars are called to face and counteract new forms of authoritarian democracy. In the European space of liberal democracies, the post-economic crisis era has seen the appearance of populist movements, sometimes anti-democratic, sometimes anti-scientific and anti-modernist. Those phenomena may erode democratic values and make the pluralistic context slip into the risky and ambiguous territories of post-democracy. The democratization of basic and higher education stands as a solid defence against populist tendencies. Ethical-political socialization, acquisition, and development of civic, social, citizenship and character skills may be a precious resource to hold democratic life on together. Democratic life, political participation and active citizenship needs to be rearticulated, reshaped, and reinforced as fundamental educational pivots in our overchanging societies. Throughout the world, there have been continuous attempts to reform education at all levels. With different causes that are deeply rooted in history, society, and culture, inequalities are difficult to eradicate. Nonetheless, although difficult, education is vital to society’s movement forward. It should promote citizenship, identity, equality of opportunity and social inclusion, social cohesion as well as economic growth and employment. Unequal educational outcomes are attributed to several variables, including family of origin, gender, and social class. Achievement, earnings, health status, and political participation also contribute to educational inequality within Western countries as well as or deeper within other world countries. Diversity applies to several aspects of student identity, including race, ethnicity, class, gender, sexuality, age, and political and religious beliefs.

_____________________________________________________________________________________________

Schermata 11-2459184 alle 11.16.47

 

Data pubblicazione : Giugno 2019

Autori: AA.VV.

Titolo : Proceedings of the 1st International Conference of the Journal Scuola Democratica. Volume II TEACHING, LEARNING, EVALUATION, TECHNOLOGY

Tipo file : PDF free download  (per scaricare gratuitamente il volume premi QUI)

This the second volume stemming from the First International Conference of the Journal “Scuola Democratica”. The massification of educational systems in Europe and worldwide, together with the increasing demand for their democratization, have profoundly challenged traditional teaching models: the lecture, the magister teacher and the specific spatial-temporal devices aimed at disciplining students according to the needs of a Fordist capitalist society and to the reproduction of class inequalities. Starting particularly from the Fifties in schools, and more recently in higher education, new teaching-learning configurations have been explored and developed: situated and participatory didactics aimed at involving students in a reflexive relationship with knowledge and social reality; new ways of hybridizing formal and informal learning; new pedagogies exploiting the possibilities inscribed in new medias and digital technologies. These practices, sometimes radically, revers theory and practices in order to develop student-centred learning processes.

The thematic sessions within this stream explore the challenges, tensions, ambivalences and potentialities of pedagogies and didactics innovations involving school and university teachers, students, as well as their surrounding environments: the physical, architectural, material and technological spaces that constitute a crucial component of situated learning processes. The relation between education systems and policy making changed in the last decades, consequently to three innovations sharing the common paradigm of evaluation, namely: the establishment of national/international large-scale testing, the diffusion of systems assessing schools’ and the raising interest for efficacy and cost effectiveness of education interventions. These innovations have been highly debated from different and controversial perspectives. The aim of the conference stream is to collect papers focused on actual uses of different forms evaluation, in order to overcome previous ideological oppositions, contributing to move the debate into a more pragmatic and fruitful phase.

______________________________________________________________________________________________

Schermata 11-2459184 alle 11.17.02

Data pubblicazione : Giugno 2019

Autori: AA.VV.

Titolo : Proceedings of the 1st International Conference of the Journal Scuola Democratica. Volume III GOVERNANCE, VALUES, WORK AND FUTURE

Tipo file : PDF free download  (per scaricare gratuitamente il volume premi QUI)

The third volume from the First International Conference of the Journal “Scuola Democratica” deals with Governance, Values, Work and Future and discusses the way in which practices, actors and policies of the educational field interact with logics and stakes of the working world. The directions of the debate are various. On the one hand, there are questions about the autonomy of the school field with respect to the demands of the economic and professional systems. Pedagogies based on learning by doing experiences represent some focus of reflection. On the other hand, papers examine the elements that come into play in the transition from school/university to work, with regard to guidance practices. Attention is therefore drawn to the differentiation of educational and professional choices based on class, ethnicity, and gender lines. During recent decades unprecedented attention is being directed at “the quality” of teachers, educators and professionals in education systems and in formal and informal learning environments around the world by a small group of global and national actors. Since the early 2000s, there has been a “thickening” in the global governance of education. Both the OECD, and most recently the World Bank, have insisted on a new debate, and promoted new tools for the governing of educational realms, including teachers’ pedagogical practices potentially linked to student learning outcomes. Many outstanding scholars claim that over recent years, research has shown the ways that national governments have seemingly ceded some of their autonomy in education policy development to international organisations in the context of globalisation and one of its conduits, Europeanisation. Indeed, governance has been posing questions, dilemma, conflicts, and polemics at national, regional and local levels with single educational institutes being affected. Relationships among students, families, educators, evaluators, policy makers and administrative managers are characterized by the emerging role of non-state actors and changing role of the states who cooperate and compete in transnational education policies and instruments; those that are transposed into the national contexts.

 

 

 

 

 

 

 

Il 16 novembre si è svolto il seminario “Educazione civica. Oltre le regole”, organizzato dalla rivista Scuola Democratica in collaborazione con il Dipartimento di studi giuridici dell’Università statale di Milano e l’Osservatorio sulla criminalità organizzata. Il seminario, progettato da Alessandro Cavalli e Nando dalla Chiesa, ha visto la partecipazione di alcuni tra i più autorevoli collaboratori del numero speciale della rivista, dedicato al tema “Educazione Civica ed alla cittadinanza” (maggio 2021, ricordiamo che  il volume è disponibile in modalità open access dal sito dell’editore Il Mulino al link seguente: https://www.rivisteweb.it/issn/1129-731X/issue/8212 ).

Tuttoscuola risponde al seminario con un contributo prezioso. Non solo offre una eccellente sintesi di quanto emerso nel seminario.(v. https://www.tuttoscuola.com/educazione-civica-1-un-seminario-di-scuola-democratica/)

Tuttoscuola inoltre evidenzia e approfondisce ,  in un articolo ad hoc un tema centrale all’interno del seminario di Scuola democratica, ossia la ricerca di un modello interpretativo dell’EC capace di svilupparne la funzione di educazione all’esercizio della cittadinanza, la funzione cioè di “alfabetizzazione politica”. Si tratta, come nota Tuttoscuola, di una mission costitutiva della attuale identità della rivista, che al momento dell’avvio della sua seconda serie (2010) ha fatto della riflessione sul ruolo dell’educazione nella costruzione della società democratica il suo principale oggetto di studio, tanto da scegliere un sottotitolo di ispirazione chiaramente deweyana: learning for democracy (Democracy and Education è il titolo del celebre libro del filosofo e pedagogista americano, pubblicato nel 1916). (v. https://www.tuttoscuola.com/educazione-civica-2-quale-modello-di-democrazia/)

Tuttoscuola raccoglie questo spunto di approccio all’EC e selezionando per il lettore i suoi articoli che più hanno affrontato questo tematiche, offre attraverso un pratico elenco di link l’opportunità di preziosi approfondimenti. Li riportiamo anche qui di seguito: