STORIE DA CONOSCERE E RACCONTARE: “La natura non ha Copyright ” di S. Roccio

a cura di Paola Benadusi Marzocca (esperta di letteratura giovanile per ragazzi)

“Non hai mai visto le farfalle rosse, gialle e bianche? Sembrano quasi dei fiori e lo sono anche state, ma poi hanno spiccato un gran salto, si sono staccate dal gambo, hanno agitato i petali come fossero piccole ali e sono volate via.” Per Andersen i fiori rileggendo “I fiori della piccola Ida”, ballano, amano e sanno anche volare, e non è una fantasia. Si sa nelle fiabe può accadere di tutto, ma a leggere il libro di Stefano Roccio, biologo e illustratore, “La natura non ha Copyright ” (Trasversale Beisler, pp.111, € 19,00), l’universo naturale che ci circonda supera di gran lunga ogni immaginazione. L’autore descrive infatti un excursus avvincente sui meccanismi che regolano la natura e la ricerca dell’uomo fin dall’antichità per cercare in essi chiarimenti e soluzioni alle esigenze e ai bisogni dei nostri tempi.

Facciamo un esempio. Scrive il biologo: “I ragni godono di una pessima fama per la loro reputazione di killer velenosi che film e documentari hanno contribuito a creare. In realtà, dando la caccia a fastidiosi insetti, questi animali non solo sono nostri alleati, ma anche incredibili costruttori. La seta che producono e utilizzano per costruire le ragnatele si appresta a diventare uno dei materiali del futuro.”

Sapevate che gli squali, tra i predatori più temibili dei nostri mari, hanno contribuito a scoprire attraverso i loro “denticoli termici” come produrre una superficie sintetica che imitando la trama della pelle dello squalo impedisce “ai microbi di colonizzarsi e moltiplicarsi.”? Non si contano gli animali indispensabili alla nostra sopravvivenza tra cui le api. Non solo per i loro comportamenti sociali che si ritrovano anche nelle formiche e nelle termiti, ma per il loro efficiente metodo di comunicazione che potrebbe tornare utile all’uomo per usufruire al meglio di apparecchi elettronici e di elettrodomestici.

La Biomimesi, ovvero la disciplina che studia le scoperte ispirate dall’osservazione della natura, ha radici antiche che risalgono alla preistoria se è vero che l’essere umano era immerso nel mondo naturale e cercava in esso soluzioni ai suoi problemi. E’ un termine che è stato coniato abbastanza recentemente negli anni Cinquanta dal fisico e inventore americano Otto Schimtt. Tuttavia, scrive l’autore,”Le meraviglie della Terra hanno sempre catturato la nostra immaginazione e sono rappresentate in racconti popolari, leggende e opere d’arte in tutte le epoche e civiltà. Un esempio è il mito di Dedalo e Icaro…”. Ma il più grande antesignano della Biomimesi è stato Leonardo da Vinci, “un uomo in anticipo sui tempi e un acuto osservatore; lo dimostrano le sue annotazioni e i suoi schizzi di “macchine volanti” che imitavano l’anatomia e la tecnica di volo di uccelli e pipistrelli.”

La vita moderna ha allontanato gli uomini dai lenti processi della natura, oggi infatti sempre meno sono in grado di stabilire un rapporto contemplativo con il mondo naturale, anche se ne hanno un bisogno organico insostituibile. L’ecologia ha portato un contributo determinante, ma l’utilitarismo nel senso baconiano del termine sovente prevale. Ebbene questo libro insegna molte cose e soprattutto a capire che il linguaggio del mondo naturale di cui fanno parte piante e animali è totale e nello stesso tempo contiene molte lingue. Basta saperle ascoltare.